Brindisi, 1981. Teo Furia ha quindici anni, è un ragazzo irrequieto, giovane stella della pallacanestro locale. Suo fratello maggiore Carmine è stato un pilota automobilistico e ora, sospeso dalle competizioni ufficiali, trova nelle corse clandestine un modo facile per fare soldi. Per entrambi lo sport potrebbe essere la strada per un futuro migliore, ma è anche il terreno accidentato su cui va in scena il loro fallimento. E per entrambi la famiglia è un dolore, perché la madre è morta all'improvviso e il padre Silvan, meccanico dei contrabbandieri, sembra non pensare troppo ai figli. Tutto precipita quando Bruno, un criminale legato in passato a Silvan, esce dopo sei anni dal carcere. Seguendo gli ordini dello Zio, un misterioso capo, Bruno s'impegna a mettere insieme un gruppo che estrometta i napoletani dal contrabbando delle sigarette, le «bionde», in Puglia. È l'alba della Sacra Corona Unita. Dopo un vano tentativo di coinvolgere Silvan nel suo progetto, Bruno avvicina Carmine e Teo e li usa come strumento di pressione contro il padre. La famiglia si dividerà per sempre? O quel cognome che li unisce, quella furia che li lega, avrà la meglio? Andrea Martina ci consegna un romanzo che emoziona e va veloce, un noir sotto il sole del Meridione, in bilico tra violenza e speranza.