«A dirigente commissariato Rimini et tutti funzionari et guardie: complimenti vivissimi per tempestiva soluzione caso. Stop. Dimostrata efficienza perfetto stile fascista. Firmato: M.». Agosto 1936. Sulla spiaggia di Riccione, nei pressi di una villa, viene trovato il cadavere di una donna assassinata, presto riconosciuta come tale Miranda Rubino, nome d'arte di Palmina Tabanelli, sedicente soubrette, in pratica una prostituta. L'avrà fatta fuori il suo pappone, pensa subito il commissario. Un caso di routine, quindi? In realtà no, perché in quella villa c'è Lui, Benito Mussolini, che nuota, gioca a tennis, riposa. Non si può turbare la serenità delle sue vacanze: il colpevole va trovato, e subito. Così avviene e i poliziotti della Questura di Rimini, in «perfetto stile fascista», arrestano il presunto colpevole, un piccolo delinquente già noto. Caso chiuso in fretta, forse troppa. È questa l'opinione del vicecommissario Marino. Che, nell'Italia che ignora la cronaca nera, nel Paese dove «gli ordini sono ordini», inizia una sua personale indagine. Ovviamente non autorizzata.