Jacques Peuplier ha un dono: sa parlare con le cose. Un bel vantaggio, dato che di mestiere è un investigatore specializzato nella ricerca di oggetti perduti o rubati e talvolta anche di persone scomparse. Un giorno infatti, dopo aver recuperato una vecchia collana per una ragazza, viene incaricato di ritrovare Christina la Grossa, la figlia scomparsa della regina dei bassifondi. Nel corso della giornata si azzuffa con un uomo barbuto, affronta un esercito di uomini-mosca pilotato da uno scienziato pazzo e trova un aiuto inatteso in un ragazzino che vagabonda per le strade in compagnia del suo gatto Tigna. Tutto questo avviene nei quartieri di una città grigia e fatiscente, brulicante di strane storie e personaggi inquietanti. Una città di cui nessuno ricorda il nome e che, negli anfratti più bui e pericolosi, qualcuno ha iniziato a chiamare VilleVermine. Al crocevia tra diversi generi (poliziesco, fantascienza, horror, steampunk), questa graphic novel mette in scena un universo delirante popolato da personaggi bislacchi e irresistibili. E al contempo porta l'attenzione del lettore verso una serie di temi cruciali della contemporaneità: il consumismo, l'empatia e il degrado dei centri urbani.