Di questo nuovo caso, l'Ispettore Giorgio Gregòri, ne venne a capo solo districandosi tra delinquenti legati principalmente alla mafia, che per anni aveva dominato buona parte delle attività presenti intorno al Lido di Ostia. L'organizzazione mafiosa imponeva il pizzo agli esercenti e terrorizzava chiunque. Facevano feroci minacce per convincere tutti a non farsi venire in mente di denunciare, ad alcuni bruciarono le loro attività. Quando i due fratelli reggenti il sistema mafioso furono arrestati, si scatenarono tra i loro sottoposti e criminali avversari, una vera e propria lotta per conquistare territorio dove inserirsi per continuare l'attività criminosa. Altri scelsero di rimanere fedeli ai vecchi capi per garantire loro le necessarie risorse per potersi difendere, pagare avvocati e corrompere dove fosse possibile, persone dalle quali trarre vantaggi. Pur avendo risolto brillantemente anche questo caso, all'Ispettore Gregòri e alla sua squadra, rimase sì, la soddisfazione del buon esito, ma l'amaro in cuore per la troppa immoralità dei soggetti coinvolti.