Dopo la morte di un ex tappezziere, Amedeo Consonni, la casa di ringhiera non è più la stessa. Tutto è successo nel pieno di una sparatoria, a Milano, e Consonni non c'è più. Perché? Perché ha visto troppo: una strage, tra poliziotti, acquirenti e venditori ad un'asta di giovani schiave dell'Est. Qual è la verità? Basterà un processo a chiarirla ? Adesso la sua intraprendente compagna, Angela Mattioli, si è trasferita a Camogli, in Liguria, dove condivide l'esistenza con un signore silenzioso e molto discreto, Alberto Scevola. La coppia abita in una casetta appartenuta una volta a un marinaio eccentrico e il nido d'amore nasconde dei segreti, pesantissimi. Alla casa di ringhiera manca Consonni, colui che era un po' il suo centro di gravità, la parte razionale di quell'organismo che l'autore Francesco Recami riesce a rappresentare come dotato di vita autonoma. E una serie di iperboliche vicende si aggroviglia. L'anziano Luis De Angelis sembra diventato più freddo verso l'eccessiva BMW z3. 3.2 24 valvole roadster perché teme che il suo trilocale sia visitato da presenze demoniache, forse addirittura Poltergeist. Claudio Giorgi, l'ex alcolista, scopre un segreto della signorina Mattei-Ferri la quale ordisce una macchinazione per annientarlo. Sono coinvolti anche: il nipote di De Angelis, Daniel, un microdelinquente; i due ragazzi Giorgi, influenzati da visioni splatter; Antonio, il bravo manovale, che ha portato non si sa da dove una specie di dea, Yutta, una tedesca dalla bellezza sovrumana che, imprendibile e disinibita, seduce tutti, ma soprattutto l'architetto imbroglioncello Du Vivier. La trama ordinata diventa un groviglio inestricabile, ma è Enrico, il Cipolla, il nipotino adorato da Consonni, quello che fa di tutto sfidando l'impossibile per rivedere il nonno, a trovare l'ordito. E infatti la storia di Consonni - sia quella della sparatoria sia quella che parte con una luccicante scoperta fatta nell'appartamento di Camogli - continua, come spina dorsale del romanzo. Forse più che negli altri libri, in questo il «cattivo» Francesco Recami riesce a mescolare vertiginosamente generi diversi, mistero, avventura, perfino horror, fantasy e mitologia. Ma lo fa con un distacco comico e sarcastico che svela il suo fine vero: una postmoderna commedia degli equivoci che si prenda gioco dei luoghi comuni che imperversano, anche nei romanzi gialli.