Un commissario ostunese di buone letture è in queste pagine alle prese con una intensa e complicata rete che coinvolge baroni della medicina e trafficanti slavi, nel panorama di un Salento assolato, di fronte a un mare che lascia il suo azzurro per la cupa densità del sangue. Quando si è testimoni della disgregazione e della polverizzazione, l'investigazione non può accontentarsi di scoprire il colpevole, ma deve provare a misurarsi col mistero dell'anima umana. Il tormento conoscitivo pascaliano, la straziata misantropia pirandelliana, l'enigma nero sciasciano strutturano una ricerca che non sa saziarsi della "verità" delle carte a posto. Oggi l'investigatore non può del tutto sconnettersi dalle forme sgrammaticate del mondo contemporaneo di cui il paradigma indiziario è solo superficiale descrizione.