"Napoli è un paradiso abitato da diavoli" affermava Benedetto Croce. Ma è davvero così? L'autore descrive la cruda realtà di Scampia vista attraverso il cuore di una donna: Melina, e gli occhi limpidi e penetranti di un poliziotto che cela, dietro la maschera dell'autorità costituita, un animo capace di interrogarsi e di comprendere le sofferenze nascoste dentro ciò che noi, spesso frettolosamente, etichettiamo come "Male". Dietro le vicende di "Venditrice di morte" a Napoli, scorrono come un fiume le parole di Melina, che svelano una vita segnata dal dolore e dalla violenza e che fanno da sfondo all'insaziabile sete di denaro e potere che anima il mondo sommerso della criminalità organizzata. Interrogata sull'uccisione di un poliziotto penitenziario a cui era legata da sentimenti di amore e tenerezza, la donna getta via la maschera e svela sé stessa e il volto, umano eppure ripugnante, di un'esistenza segnata dal crimine. Questo non è un libro sulla mafia napoletana, sulle dinamiche legate allo spaccio di droga o all'impero economico su cui essa si fonda; non è un libro sulla camorra, ma sul cuore che batte dentro di essa: nel petto di Melina, nelle strade di Scampia.