Moronga è un pescatore guatemalteco alcolizzato e senza un soldo, è un narcotrafficante e un collaboratore di giustizia. È tutte queste cose, o forse nessuna. Di sicuro, è il filo rosso che lega le sorti di due esuli salvadoregni rintanatisi a Merlow City, nel Wisconsin, cercando di non attirare l'attenzione, soprattutto quella delle autorità. José Zeledón è un ex guerrigliero che si è riciclato come schivo conducente di scuolabus, oltre a essere impiegato in un ufficio che si occupa di passare al setaccio le mail di studenti e insegnanti del college cittadino, ovvero di controllare che gli scambi avvengano con correttezza reciproca; Erasmo Aragón, con trascorsi nella resistenza salvadoregna, è un professore paranoico ed erotomane alle prese con una ricerca sul poeta rivoluzionario Roque Dalton, tradito e ucciso - forse - dai suoi stessi compagni. Per quanto siano fuggiti lontano, il passato pericoloso di entrambi rifiorisce sulla superficie apparentemente linda delle loro nuove vite, risvegliato da un messaggio inaspettato e dal rapimento di una ragazzina. Intorno ai due uomini, e alla figura misteriosa di Moronga, va disegnandosi il ritratto al vetriolo di una società soggetta a una sorveglianza perenne e autoimposta. Una storia che corre lungo il confine tra gli Stati Uniti e il Centroamerica e racconta di esilio e lotta armata, traffico di stupefacenti e violenza, aprendosi a una concatenazione di eventi a prima vista slegati, ma che spingono i protagonisti verso un unico precipizio, a Chicago, per una resa dei conti dalla quale nessuno uscirà vincitore.