«Camilleri scriveva perché si divertiva: ed è evidente che scrivendo "La concessione del telefono" si è divertito molto. E con lui si diverte il lettore, continuamente accompagnato dall'ironia dell'autore e dagli snodi via via più esilaranti di una classica commedia degli equivoci. Ma il divertissement non fa solo ridere, anzi, a un certo punto rischia di non far più ridere per nulla. Via via che si procede diventa fin troppo evidente che dietro c'è di peggio; c'è l'eterno dramma della burocrazia italiana, ma soprattutto un pessimismo millenario che dà per scontato che le cose cominciate male finiranno peggio, che chi prova a portare tra i pazzi un minimo di razionalità e di buon senso finirà stritolato, che ogni sistema premia i peggiori». (Alessandro Barbero).