Lo chiamano «Il Gatto» perché ha sette vite. Ne ha già consumate cinque. Roma, quartiere Primavalle: il Gatto è Ettore, il killer dell'ultima corsa. Se perdi quella, a casa non torni. Mai più. L'ordine nella sua officina è quello che si è imposto nella vita. Ogni attrezzo ha il suo posto perché ogni chiave ha la sua funzione. E se la donna che gli hanno chiesto di rintracciare ha un guinzaglio al collo come un cane, il Gatto riporta l'ordine delle cose nell'unico modo che conosce: vendetta. Un affare mai a buon mercato, neanche per Francesco, il broker della mala salito sull'ultima corsa per salvare la sorella. Accanto al Gatto c'è Sigmund, un camaleonte che trova quiete dietro al banco di fiori di fronte a Regina Coeli. Sigmund è "Il Tedesco", ma la sua terra è il suo passato, e i suoi ricordi sono la sua condanna con fine pena mai. Roma non è la città Eterna. Roma è il buio che prende forma quando la luce è solo un lumicino acceso di fronte a un volto che si nasconde e attende. Fermo e senza respirare. La notte è il territorio di caccia che non t'aspetti. E i cacciatori diventano prede che non si accorgono di quanto reale possa essere il male.