La scatola gialla è una storia crudele rubata al noir e alla cronaca, che stupisce e spaventa. La vicenda si consuma in meno di ventiquattro ore, dal mattino di un giorno di fine maggio alle prime luci dell'alba del giorno successivo. Paul è sulla Jeep del padre, sta andando a scuola, quando scorge un cane sul greto di un torrente. Gli sembra che somigli al suo King, il pastore tedesco morto qualche tempo prima. Nel primo pomeriggio, prende la bici e raggiunge il torrente. Lì vede una scatola gialla, è immersa per metà nell'acqua, e lì la sua strada si incrocia con quella di Kevin. Paul lo conosce bene, è un mandriano che lavora per suo nonno Viho. Si ritrova così in un ranch abbandonato, dove Kevin, in cambio di 30000 $, lo vende a Lagos. C'è un ricco cliente in attesa, pronto a ricevere un trapianto di cornee e fegato, e il trafficante spera che gli organi di Paul siano compatibili. Negli spazi sconfinati delle praterie del Wyoming, si consuma un finale che potrebbe essere davvero crudele, se non fosse per la cultura indiana nella quale si colloca, una cultura che inneggia sempre e comunque alla vita, anche quando affrontare la morte è inevitabile.