Cote, tozze, lisce e pinzaloni. Con questi nomi, che conservano l'asprezza dei monti elbani occidentali, venivano e vengono ancora chiamate le bizzarre formazioni granodioritiche che costellano ogni vallata, ogni cresta del Monte Capanne. Furono presenze rassicuranti per gli uomini di ogni tempo, che le usarono probabilmente come segnali per la divinità e poi, molto più avanti, come prosaici segnacoli naturali per delimitare il pascolo delle capre. E ci aspettano ancora, lassù dove volteggiano i falchi, con il loro bagaglio millenario di emozioni.