Il fanese Jacopo del Cassero incontra Dante in Purgatorio. E gli si rivolge con l'espressione: "Se mai vedi quel paese / che siede tra Romagna e quel di Carlo". Dal momento che il dominio di Carlo II d'Angiò si estendeva dall'Abruzzo alla Sicilia, è come se il grande fiorentino avesse detto quel paese che sta tra Romagna e Abruzzo. Definizione sostanzialmente esatta anche per i nostri tempi. Dunque, c'è un'identità in questa regione al plurale, spesso negata, che ha radici antichissime. Umberto Piersanti ne esplora il paesaggio attraverso i secoli nei dipinti e nella letteratura. Lo fa con uno spirito non localistico: in questa terra di mezzo operarono artisti di tutte le parti d'Italia e oltre. Dunque, lo sguardo su una terra, di mezzo e di confine, vista nel complesso della civiltà italiana ed europea. Nel racconto di Lepretti il Montefeltro diventa una patria poetica, una terra di scelta e di elezione, in contrasto con il richiamo del vasto mondo rappresentato da Bologna. Un libro questo dove locale e universale si incontrano e si compenetrano. Del resto, il grande Paolo Volponi soleva dire che in Italia niente è più universale del locale.