Prima di internet, dei social network e dei telefoni cellulari, migliaia di persone si organizzavano con passaparola clandestini e attraversavano la notte verso periferie sconfinate, capannoni arrugginiti, fabbriche abbandonate, per mettersi a ballare fino allo sfinimento. Un rituale collettivo, un gesto liberatorio e allo stesso tempo un atto politico. Un modo per riappropriarsi della città, una resistenza eroica e impossibile contro la speculazione edilizia e l'industria del divertimento. Con "Cassadritta" Roberto Grossi ci trascina in una notte del 1995, ricostruendo la scena irripetibile e vibrante dei rave illegali degli anni Novanta.