Roma. Lock down. L'orologio si ferma per settanta giorni, e ogni sguardo è confinato dentro i limiti di un cortile, una terrazza, una finestra. Da quel momento il desiderio di guardare oltre il confine imposto si fa quasi atto di ribellione, presa di possesso dello spazio urbano negato, con la complicità della fotografia. E l'imperativo quotidiano dell'anima: "uscire" diventa ossessione.