"Rallentare. A un certo punto Stefano Giogli si è imposto di rallentare, di imparare a vedere di nuovo, a passo lento, con un ritmo diverso. E ha scelto ancora una volta la fotografia. Ha scelto di 'vedere' senza che nessuno lo incarichi, senza obiettivi prioritari. Per imparare l'arte difficile della contemplazione. Un cartello scritto a mano, incontrato sulla strada, lo invita ad "andare piano". Giogli accetta la metafora dell'invito e nel suo nuovo viaggio nella lentezza cerca inizialmente le sue radici, le armonie nascoste nella realtà che lo circonda, i piccoli non eventi che si producono quando un raggio di sole illumina un fiore, quando una linea reale si intreccia con una immaginata. Giogli guarda il mondo vicino casa con occhi diversi, alla ricerca non di vedute importanti ma di paesaggi essenziali, asciutti, quasi il suo procedere fosse al tempo stesso una ricerca di sé e un percorso di maturazione della visione." (dal testo di Giovanna Calvenzi)