È una sorta di storia metafisica e insieme concretissima, anzi puramente corporea, quella delineata da Chiara Romanini attraverso le sue fotografie; una storia che potrebbe intitolarsi: scene dalla vicissitudine terrena dell'anima. Un'unica figura abita e transita in queste scene, circondata da un panorama scarno. Chi è? Come individuarla? Quale nome conferirle? La sua vicenda assomiglia a quella di una figura atavica, quasi archetipica, che risale dal nostro inconscio, destinata a riprodursi in immagini sempre nuove, innumerevoli: quella dell'anima-ninfa.