Ultras. I ribelli degli stadi, secondo la definizione forse più romanticamente azzeccata (per quanto partigiana); il nemico pubblico numero uno, secondo le regole non scritte ma inesorabili del moderno calcio-business (spalleggiato dalle istituzioni e dalle loro leggi redatte in maniera esplicita, invece). Fotografo professionista Andrea Rigano ritrae alcune delle prime linee delle curve italiane da decenni. #WeStand cattura un periodo molto preciso, dal 2003 al 2010. Per l'autore, un lasso temporale segnato dal passaggio definitivo dalla fotografia analogica a quella digitale. Per la sottocultura ultras tricolore, anni difficili: accerchiati da più parti, in senso anche figurato, i ragazzi delle gradinate hanno reagito nel modo a loro più congeniale - radicalmente. #WeStand raffigura gli ultras per ciò che sono davvero, nel bene e nel male. Secondo alcuni - sempre più numerosi, a fronte della poderosa deriva affaristica di questo sport - l'ultima cosa bella e sincera rimasta nel calcio. Nonostante tutto. In queste immagini non ci sono ultras buoni e cattivi, belli e brutti, onesti e disonesti, di destra e di sinistra. Ci sono ultras, e basta.