Il volume accoglie la forma rielaborata della tesi vincitrice della XXX edizione del Premio Pasolini ed esplora, tra percorsi verbali a ostacoli e pedinamenti visivi, le tracce delle interazioni tra la poetica pasoliniana e la fotografia. Se ad una prima considerazione appaiono assenti dal corpus dell'autore sia un confronto diretto con il linguaggio fotografico che dichiarazioni dedicate alla semiologia e all'estetica della fotografia, l'impianto trasversale dell'analisi ha consentito di individuare nel macrotesto pasoliniano diverse occorrenze delle immagini fotografiche, lasciando emergere nuove prospettive di studio. Dall'impiego tematico e retorico della fotografia nella metà degli anni Quaranta fino ai contatti, nella fase matura della carriera, con i fotografi e con i teorici più influenti, come Man Ray, Andy Warhol e Roland Barthes, il rapporto di Pasolini con la fotografia svela il fascino inatteso di un dialogo lungo trent'anni.