Anniluce è un libro che parla di bellezza e perdita. I paesaggi fotografati dall'autrice sono rappresentati in un tempo indefinito, in attesa. Siamo un sistema interconnesso e la sofferenza di una parte di esso comporta la sofferenza di tutto il resto. Il nostro ecosistema è così compromesso che nell'immaginario collettivo alcune parole che portavano significati positivi hanno ora un impatto negativo, pensiamo per esempio al termine disgelo. Attraverso immagini e poesie l'autrice indaga su elementi come la roccia e il ghiaccio, materie all'origine di tutto l'universo e per mezzo delle quali è possibile avere un'esperienza contemporaneamente dello spazio terrestre, cosmico e mentale. Dalla prefazione di Antonio Carloni: "Sfogliando le pagine del libro ci si perde nella meraviglia della natura e dei suoi elementi, ci si muove in luoghi che vivono una condizione di attesa, la luce si azzera isolando i soggetti per renderli eterni e fragili".