"Dagli anni settanta del Novecento ho osservato, filmato, documentato, studiato i riti della Settimana Santa e della Pasqua, che si svolgono nella nostra regione. I rituali del periodo pasquale segnano l'intero territorio calabrese, e presentano una ricchezza e un'articolazione che stupiscono, oltre che per la grande capacità organizzativa, anche per il lungo impegno profuso da intere comunità. Più delle feste estive, più dei tanti pellegrinaggi, più delle feste natalizie, il racconto della Morte e della Rinascita coinvolge e unisce le diverse comunità, a volte sparse e frammentate, erose e dilatate, vuote o affollate, della regione. Tutti i riti hanno al centro la rappresentazione, la narrazione, la drammatizzazione di un dolore, di un lutto e poi di una gioia, immensi ed esemplari. È il dolore di Maria, della Madre che ha perso il Figlio, è il dolore di una Passione e Morte che prelude a una Rinascita "modello" per tutti, come quella vissuta da Cristo, che, alla fine, trionfa sulla morte. Le diverse ritualità costituiscono un grande ordito letterario, mitico, religioso che vede coinvolte e impegnate intere comunità, anziani, giovani, donne e bambini."