Era il 1974. Sotto la verticalità che si apre nel primo approccio con NY ed il sentirsi piccoli e in basso, Montelli scopre l'orizzontalità, rappresentata dai ponti, ma soprattutto dalla gente per strada. Con la macchina fotografica, reflex analogica con l'esposimetro a mano e i rullini 120 da usare con parsimonia, anche una penna biro, delle matite colorate, un quaderno a quadretti e un blocchetto di carta. Schizzi rubati velocemente solo per fissare le emozioni di una città esagerata dai mille contrasti e dalle mille contraddizioni. La strada è mescolata, composita, eterogenea, soprattutto multietnica. L'impatto è preverbale: quella cosa è là e non si può non vederla. La macchina fotografica registra l'incontro con un oggetto rivelatore. Questo oggetto s'impone, va oltre le buone leggi dell'estetica, i cui parametri sono invalidati. Sembra che la differenza venga individuata essenzialmente come "stravaganza".