Paesaggio-territorio. Attorno a questo binomio si è giocata nella storia dell'arte, e nella fotografia sin dalla sua scoperta, una battaglia delle idee che ha visto prevalere il Paesaggio come visione addomesticata del Territorio, spazi confinati della vita civile che ideologicamente fondono il bello e l'utile. Se oggi la nostra idea di Paesaggio tende ad esaurire ciò che riteniamo notevole, ed esclude tutto il resto, e cioè un Territorio pesantemente piagato dalla corsa cieca di un progresso vocato al fine del profitto, l'arte, e la fotografia come parte di essa, ci invita a scoprire le ragioni della disfatta della ragione, e propone motivi di riflessione intorno ai modi attraverso i quali il pensiero dominante ha creato il mito moderno del Paesaggio, ottundendo la nostra capacità di vedere le cose così come sono, e di immaginare un futuro diverso. A dispetto del potere economico e politico, che voleva la fotografia al suo servizio, ancella delle scienze positiviste, la fotografia d'arte ha saputo derogare da quei compiti ufficiali, ed inoltrarsi alla scoperta di spazi anomali, proponendo visioni oltre-confine, alternative rispetto alla ordinaria rappresentazione del mondo.