Nella sua serie "Ricordi lontani", Flore evoca l'adolescenza di Marguerite Duras in Indocina. "Flore con l'inquadratura delle sue fotografie, con quella materia bianca che ne fuoriesce - laggiù, persino il sole è bianco, tutto è immerso in una sorta di foschia che sfuma i contorni - riesce non tanto a illustrare i testi di Marguerite Duras, ma piuttosto a seguirne i passi, non come una aficionada, semmai come una sorta di fantasma, di clone allucinatorio capace di risvegliare nel nostro intimo più profondo il perché e il come le parole di Marguerite Duras, lette, rilette, ripetute, reiterate, riescano ancora a incantare il nostro immaginario, dandoci furiosamente voglia, a nostra volta, di compiere questo viaggio nel paese dei morti viventi. Una presenza assenza".