Un pretesto. Questo è stato per Fiorenzo Niccoli e per Piero Tosi, con la collaborazione inconsapevole di Danilo Donati - fotografo il primo, costumisti supremi, da Oscar, gli altri due -, il presepe commissionato nel 2016 da Quirino Conti a nome della Fondazione Carla Fendi, e allestito presso la Chiesa degli artisti, in Roma. Il Natale come esca felicissima della fantasia, dell'estro, della più scatenata voluttà creativa. Rovistando negli armadi di due insigni sartorie teatrali romane, Farani e Il Costume, grazie a una squadra formata da artisti navigati e allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia, la ferula implacabile di Niccoli e Tosi, amici e complici di vecchia data, ha dato vita, una vita raggelata quanto si vuole, eppure sempre lì lì per sciogliersi e animarsi in uno spettacolo teatrale, a un lampo, a un sogno, a un giuoco lungo centottanta immagini, disseminate di figure e figurine provenienti da un altrove e piovute chissà come qui tra noi. Una sacra rappresentazione ch'è al tempo stesso un frammento di circo o un brandello di rivista; un omaggio consapevole, affettuoso e pungente al tempo stesso, ai pagliacci, a Wanda Osiris, a Federico Fellini, alla fotografia come arte. Con scritti di Giorgio Amitrano, Quirino Conti, Caterina d'Amico, Giosetta Fioroni, Susanna Guida, Jacopo Pellegrini e Franca Valeri.