Dall'antica Grecia in poi, la nostra cultura vive nell'angoscia di vedere scomparire tutto: dai più intimi affetti a tutti gli oggetti. Instancabile, come il peggiore dei mostri, il tempo ci appare come il fagocitatore di tutto. Con la fotografia, l'Occidente ha arginato una parte di questa angoscia che deriva dal nichilismo sul quale si fonda. La fotografia ha dato all'individuo occidentale la possibilità di creare un frammento di eternità, senza dovere abbandonare la convinzione che niente è eterno. In questa edizione ampliata, Diego Mormorio torna ad affrontare il tema della storia della fotografia attraverso i tempi di posa - un approccio insolito e originale. Un'intensa carrellata di immagini guida il lettore dall'origine greca della fotografia fino alle immagini ad illuminazione stroboscopica di Edgerton, alle sperimentazioni di Gjon Mili, passando per il suggestivo mondo del primo reportage, realizzato nel 1843 da David Octavius Hill e Robert Adamson, nel villaggio di pescatori di Newhaven, ora parte di Edimburgo.