Venezia, con la sua bellezza eterna, fissata nel ritratto di volti immortalati in una fotografia; capitale di milioni di autoscatti; scenario sempre uguale, a tratti banalizzato, bellezza senza tempo a volte inconsistente. In questo volume, Cesare Gerolimetto, l'esploratore, ha ancora la capacità di stupirsi e di meravigliarsi, di addentrarsi nell'avventura, di andare a caccia di giochi di colpi d'occhio e di suggestioni immaginative nel tentativo, ben riuscito, di interrompere il vortice di scene tutte identiche in cui Venezia è stata imprigionata. Gerolimetto si addentra nella magia di una Venezia inattesa e inaspettata, che scatena un senso di estatica beatitudine e di percezione dell'assoluto, generando miriadi di sensazioni visive in coloro che la guardano incantati.