Descritta in vari modi come artista concettuale, fotografa, regista cinematografica e persino detective privata, Sophie Calle ha sviluppato una pratica immediatamente riconoscibile per i suoi originali elementi narrativi e la frequente combinazione di immagini e testi in una narrazione personale e profonda. Definita "il Marcel Duchamp dei panni sporchi" dal quotidiano The Guardian, i suoi progetti si muovono ai confini tra l'intimo e il pubblico, la realtà e la finzione, l'arte e la vita. Così, ad esempio, Sophie Calle ha invitato degli sconosciuti a dormire nel suo letto, ha seguito un uomo per le strade di Parigi e Venezia, ha chiesto a dei non vedenti di raccontarle l'ultima immagine che ricordavano e molto altro ancora. Offrendo la propria vita emotiva e psicologica come soggetto della sua arte, Calle invita gli spettatori a meditare sul dolore, la perdita e il ricordo. Clément Chéroux presenta questa raccolta di oltre venti dei progetti, tra i più celebri di Calle, accompagnati dalle parole dell'artista.