Lisbona, 25 aprile 1974, ore 00:20. Dalla stazione radio Renascença partono le note di una canzone: Grândola, Vila Morena. È il segnale che tutti attendono per dare l'avvio alle operazioni militari che in brevissimo tempo porteranno alla fine della dittatura di Salazar e all'inaugurazione di una nuova epoca per il paese e l'Europa intera. In breve, si procede all'arresto degli alti ufficiali fedeli al regime; si occupano punti strategici, come l'aeroporto e la prigione politica; il capo del governo Marcelo Caetano si consegna ai ribelli nel pomeriggio, mentre alle 23:20 viene approvata la legge che decreta lo scioglimento dell'Assemblea nazionale e del Consiglio di Stato. In meno di 24 ore, il paese intraprende un processo rivoluzionario che porterà alla libertà e alla democrazia, nel tripudio del popolo che scende in piazza a fianco dei militari. È una rivoluzione rapida, pacifica, di massa. L'unica, dopo la Seconda guerra mondiale, nel continente europeo. Un evento che ha coinvolto, interessato ed emozionato più di una generazione di cittadini, attivisti politici o giornalisti che hanno visto nel Portogallo, nella sua capacità di scrollarsi di dosso decenni di dittatura e uscire dalla guerra coloniale, la possibilità di pensare e realizzare una vita diversa. La "rivoluzione dei garofani" è stata un grande evento collettivo, un momento di svolta per il paese, le sue riforme e la sua vita sociale. Un nuovo giorno per Lisbona e le altre città, che scoprono una diversa forma di partecipazione collettiva, per le campagne, dove si inaugura la riforma agraria, per la cultura e l'informazione che intraprende forme di comunicazione visiva libere ed efficaci. "L'alba che aspettavo. Immagini e ricordi di una rivoluzione", a cura di Alessandra Mauro, ripercorre quei momenti a cinquant'anni di distanza tramite le testimonianze dei protagonisti e una cronologia dettagliata degli eventi corredata di illustrazioni e fotografie e dell'epoca, per poi soffermarsi sui cambiamenti strutturali del paese.