La vita dell'uomo è sempre una battaglia esistenziale. Lo dimostra anche questo memoriale o excursus biografico di Giovanni Patat d'Artegna. Egli sente la stirpe come un marchio di nobiltà e vive la famiglia, quella della sua origine e quella che si è formato, come un valore insostituibile al di là di ogni scala sociale. La riconoscenza per gli esempi e per l'educazione alla vita esce da ogni riga. Giovanni Patat tiene a essere autodidatta, ma la sua trafila ricorda il mondo del passato, precedente l'istituzione delle accademie e degli istituti d'Arte, come nel Rinascimento, da garzone di bottega a gestore autonomo di se stesso, aperto alla circolazione culturale del suo tempo, ma non immemore della lezione antica. La scultura è realizzata nello spirito prima che nella mano. Palpita di vita, pure quando sembrerebbe avvicinarsi a una certa retorica monumentale e alla tradizione sacra. Innova e personalizza.