Dalle origini, circa nell'VIII secolo a.C., e fino all'epoca romana il mosaico era un ornamento pavimentale che imitava dipinti e quindi considerato una tecnica al servizio di un'arte riconosciuta come superiore. Si usavano tessere lapidee o di materiale ceramico e raramente vetrose. L'avvento dei mosaici parietali e l'evoluzione verso un'arte musiva indipendente hanno avuto motiva- zioni sia di ordine estetico-filosofico che funzionale. Questa tecnica era particolarmente efficace per la rappresentazione di immagini sacre e a diffondere anche visivamente il messaggio evangelico e si è affermata in epoca cristiana e soprattutto bizantina; d'altra parte, è stata promossa anche dalla maggiore diponibilità di materiali e in particolare del vetro, prodotto in una varietà illimitata di colori e sfumature. Partendo da cenni sulla produzione generale di vetro dall'Epoca Romana al Medioevo e Rinascimento, viene percorsa l'evoluzione delle tipologie di vetro per mosaico attraverso studi condotti dagli autori di questo testo e di altri studiosi. Fondamentali sono le caratteristiche chimiche di questi materiali per classificarli e cercare di risalire alla loro tecnologia di produzione. I dati chimici raccolti sono stati ottenuti in un ampio periodo di tempo e con varie tecniche analitiche e spesso sono "parziali", riguardando solo costituenti principali ed elementi coloranti e opacizzanti, trascurando elementi minori o in tracce importanti per una completa caratterizzazione delle tessere studiate. Tuttavia, ciò non ha impedito di tracciare una "storia" di questa partico- lare produzione. Riguardo alla elaborazione dei dati chimici per definire tipologie ed effettuare confronti si è ritenuto sufficiente ricorrere a "semplici" diagrammi binari e ternari, data la varietà dei metodi di analisi impiegati e del numero di campioni a volte non adeguato a trattamenti statistici più complessi dei risultati analitici.