Gli impatti delle attività di impresa sugli aspetti socio-ambientali sono suscettibili di importanti ricadute su reputazione e legittimazione sociale, e al pari degli altri asset immateriali possono incidere sul valore, la profittabilità e la stessa continuità aziendale, ponendo problemi di rilevazione e di controllo analoghi a quelli riguardanti i fatti di gestione rilevati dall'informativa di bilancio. Per quanto attiene al controllo, il nostro ordinamento prevede già da tempo un obbligo di "attestazione" della rendicontazione non finanziaria, che la Corporare Sustainability Reporting Directive (CSRD) ha inteso valorizzare in una prospettiva di parificazione all'attività di revisione dei bilanci. Muovendo dal raffronto con il controllo dei bilanci, in punto di metodologia, contesto organizzativo e attendibilità, l'autore si propone di evidenziare funzione e limiti del controllo indipendente della rendicontazione non finanziaria, segnalando tra l'altro i rischi di greenwashing dei quali il recepimento della CSRD dovrebbe auspicabilmente tener conto.