Il volume si propone di approfondire il complesso universo degli strumenti finanziari derivati che negli ultimi anni ha conosciuto una considerevole diffusione, soprattutto, nelle imprese non finanziarie. La possibilità di assumere una posizione finanziaria derivata con un limitato esborso economico (cd. effetto leverage), caratteristica peculiare degli strumenti derivati, definiti per la loro complessità anche strumenti di ingegneria finanziaria, amplifica tanto le potenzialità di utilizzo (in operazioni di hedging o di trading) quanto i rischi sottesi. Il recente sviluppo dei derivati è dovuto allo straordinario aumento dei volumi negoziati e la diffusione degli stessi presso un numero sempre maggiore di imprese non finanziarie che hanno manifestato, via via più frequentemente, una maggiore sensibilità verso una gestione attiva dei rischi finanziari. In presenza, difatti, di una significativa oscillazione negativa di alcune variabili finanziarie (tassi di interesse tassi di cambio, prezzi delle commodities, ecc.), che non sono sotto il controllo diretto delle imprese, si rischia di dover subire delle conseguenze, talora assai serie, sulle condizioni di economicità al punto da pregiudicarne anche la prosecuzione. Il processo di individuazione del rischio finanziario mediante metodi e tecniche di risk management costituisce un elemento essenziale per: (a) la valutazione della posizione finanziaria aziendale a rischio, (b) la scelta dello strumento di finanza derivata di copertura più appropriato, talora anche molto sofisticato, (c) la definizione del rapporto di copertura da costituire. Tale risultato è raggiungibile solo attraverso una conoscenza approfondita dei diversi contratti derivati, delle interrelazioni tra azienda e ambiente e della gestione strategica del sistema dei rischi, temi esaminati nei vari capitoli del lavoro. Il volume si propone, inoltre, di offrire ulteriori spunti di riflessione affrontando la complessa tematica della rappresentazione in bilancio degli strumenti finanziari derivati secondo i principi contabili internazionali (IFRS), i principi contabili statunitensi (US GAAP) e di quelli nazionali (OIC). Nell'ultimo capitolo, infine, viene esaminato il grado di sensibilità ai rischi di mercato di un campione di società italiane quotate, operanti in quattro settori economici non finanziari (Consumer goods, Consumer services, Industrials, Technology).