La leggerezza rivoluzionaria del '77 che di tutto voleva ridere, Papi e presidenti, morti e icone, istituzioni e tabù, è diventata un'eredità pesante, un peso insormontabile. Un obbligo che non spaventa alcun potere, ma vi è anzi strumentale. I meme e l'umorismo della rete stanno delineando una nuova forma di nichilismo che struttura la nostra vita quotidiana (come passiamo il tempo, godiamo, desideriamo), il nostro agire politico (come concepiamo l'attivismo e la vita politica) e le nostre relazioni personali (come amiamo, come odiamo) e che ci trova ad agire costantemente col sorriso, indipendentemente dal dolore che proviamo. Il testo è un viaggio stimolante e provocatorio che offre una nuova prospettiva sull'uso dei meme nella nostra società attingendo dalle idee di diversi pensatori contemporanei. Non semplici contenuti divertenti, ma un vettore per un'inedita forma di nichilismo da saturazione di stimoli che sta plasmando la nostra salute mentale, il nostro agire politico e le nostre relazioni personali.