Di Vauvenargues - «tra i moralisti di Francia il più simile a un masso erratico» - si presentano per la prima volta in lingua italiana i Consigli a un giovane che coi Discorsi sulla gloria rivolti a un amico e il Discorso sui piaceri rivolto allo stesso compongono un manuel de civilité nel senso più alto e rarefatto. Qui Vauvenargues rinverdisce alla sua maniera un genere antico: quello dell'institutio, sorta di pedagogia magna per uomini magni. Meno pomposamente, queste operette sono un atto d'amicizia, un dono intellettuale, che della gioventù ha tutti i pregi e nessun difetto. Assieme all'Elogio di Paul de Seytres, vengono composte proprio per quest'ultimo: il grande e sventurato amico di Vauvenargues, morto di fatiche - appena diciottenne - durante la guerra di Boemia. In quanto affini tematicamente, si offrono anche alcuni scritti presi dagli inediti Caratteri e dai Dialoghi che sono tra i testi vauvenarghiani più autobiografici. Il saggio d'apertura di Marco Lanterna - per densità e stile un unicum nella bibliografia del moralista - ne coglie il maestoso isolamento nella pur ricca tradizione della moralistica francese.