Il Manuale di astrologia dell'India antica, qui proposto per la prima volta in traduzione italiana, ci trasporta nell'ambiente di corte dell'India del V-VI secolo, consentendoci un'immersione nella sapienza ancestrale e nel clima culturale della raffinata corte dell'Impero Gupta (320-510 d.C.). La Brihat Samhita o "Grande Raccolta", manuale di astrologia dell'India antica, venne composta da Varahamihira, uno dei massimi astronomi-astrologi del suo tempo. Nell'opera confluirono, insieme agli studi dell'autore, le conoscenze tradizionali attribuite ai saggi del passato ordinate e sistemate in 106 capitoli e 2790 strofe, così divise per poter essere consultate dagli astrologi e studiate da chi si apprestava a diventarlo, come un vero e proprio manuale d'uso quotidiano. Il Manuale di astrologia dell'India antica, benché noto agli indologi dalla seconda metà del XIX secolo ma praticamente sconosciuto al lettore italiano, viene proposto in questa versione curata da Annamaria Dallaporta e Lucio Marcato sulla scia di altri trattati e manuali del catalogo Luni, considerati imprescindibili per la conoscenza dell'India antica. In Occidente, nonostante la diffidenza di stampo post-illuminista riservata all'astrologia, molti studiosi di prim'ordine dalla fine del XIX secolo hanno indagato la natura, la struttura e la stratificazione dei significati dell'astrologia antica, che consideravano come il tentativo essenziale dell'umanità di elaborare un rapporto con il Cosmo. Questo libro, se da un lato è un vero e proprio manuale di astrologia per comprendere le vicissitudini quotidiane spesso oscure che capitano a tutti gli uomini, dall'altro lato è una "finestra" aperta sulla vita di corte dell'India dell'Impero Gupta.