L'eredità epicurea e stoica, i nuovi orizzonti aperti da Cusano e Bruno e l'incombere della "selva" sulla gran città del genere umano sollecitano Vico a tentare una nuova alleanza tra rivelazione ebraica, diritto romano e filosofia greca. Lo sguardo di Vico allora prende forma attraverso un ritmo triadico che già s'intravede nelle sue opere giuridiche e che riepiloga l'intero cammino del diritto: dal diritto naturale primo, comunque già "vero", alla costruzione del diritto civile che si condensa attorno alla figura della certezza, prima violenta, poi via via più pacata, sino alla nascita del diritto naturale secondo, di nuovo vero, ma all'insegna della razionalità. Di qui l'elaborazione di una formula che può essere la seguente: vero, certo, vero.