In Occidente, nella terra del tramonto, «non abbiamo più inizi». Così esordisce George Steiner per interrogarsi sulle maniere in cui le arti, le religioni, la filosofia e la scienza hanno organizzato l'esperienza della creazione e della scoperta. Se un computer può proporre algoritmi che descrivono un mondo «senza inizio» e un universo dal tempo reversibile, l'intelletto umano, probabilmente fino ai livelli più profondi del preconscio, continua a interrogarsi sull'esordio. La ricerca del punto zero in astrofisica e delle fonti iniziali della vita organica in biologia ha una controparte nell'esplorazione della psiche umana. I bambini cercano di scoprire i fatti o i miti della nascita. L'enigma del nulla e del silenzio è da sempre al cuore della filosofia e dell'arte, dalla poesia alla musica. Ma in un'epoca dominata dalla scienza e dalla tecnologia qualcosa è forse cambiato, intaccando i fondamenti del nostro linguaggio e mettendo in dubbio la credibilità del futuro.