Per Bertrando Spaventa la filosofi a italiana poteva rinascere soltanto attraverso il ripensamento della filosofia classica tedesca, in quanto essa stessa frutto del pensiero di Tommaso Campanella e di Giordano Bruno. Se vi era un primato italiano, in questi autori andava cercato e non nelle forme più o meno mitiche esaltate da altri esponenti del Risorgimento. I quattro scritti che qui si presentano (alcuni ripubblicati per la prima volta), rispondono a un programma di lavoro che Spaventa si era proposto nel periodo trascorso in esilio a Torino tra il 1850 e il 1859: la ricognizione dei sistemi di Kant, Fichte, Schelling e Hegel, vale a dire delle forme più alte mai raggiunte dalla filosofia.