Quest'opera persegue il valore della domanda cercando risposte ermeneutiche che - come flebili luci - intercettino la notte del nostro frammentario pensare alle soglie di questo terzo millennio, nella faticosa gestazione di un nuovo paradigma ontologico-cognitivo. L'autore analizza così la crisi dell'estetica contemporanea, quale sintomo di un declino antropologico più radicale, le opportunità del pluralismo in un contesto epistemologico dominato dalla categoria di post-verità, il (falso) dilemma della dialettica fra natura e cultura nel dibattito contemporaneo. Ma anche si inoltra in ambiti etico-gnoseologici di frontiera che esigono l'attenzione dell'uomo di oggi: il posto del mondo animale rispetto a un antropocentrismo dagli esiti efferati sulle altre specie e sull'ambiente, la possibilità di forme di vita intelligente nel cosmo e la conseguente ridefinizione dei nostri parametri etico-teologici in relazione ad esse, l'emergere di un nuovo modello esplicativo della dimensione sessuata nell'essere umano, correlata al moltiplicarsi degli studi di genere e all'attivismo dei movimenti LGBTQ+, che interroga le nostre società. Chiudono due riflessioni relative alla crisi del sacro nel mondo tecnico-scientifico in cui viviamo, e alla categoria di infanzia spirituale, in cui sembrano incontrarsi tradizione spirituale e assunzioni della psicologia contemporanea.