Il volume propone la traduzione italiana del manoscritto francese Les racines de l'éthique (edito in lingua originale dalla rivista «Études sartriennes» nel 2015), scritto da Jean-Paul Sartre in vista della conferenza svoltasi presso l'Istituto Gramsci di Roma dal 22 al 25 maggio 1964. In queste pagine l'autore si propone di descrivere «l'esperienza etica nella sua oggettività», dando continuità alle sue ricerche precedenti, nelle quali aveva analizzato dialetticamente la società a lui contemporanea. Tuttavia, Sartre non si limita a questo e arriva a formulare una teoria etica originale. La radice dell'agire sociale è da situare nel bisogno, ossia nelle ragioni pratiche, materiali e concrete che motivano gli individui a compiere le proprie azioni. Tuttavia, in questa prassi gli individui si scontrano con quegli «oggetti sociali» che per Sartre manifestano e costituiscono la struttura normativa della società, ossia le istituzioni, i costumi e i valori. Questi oggetti del campo sociale non possono essere evitati, poiché agiscono nell'interiorità dell'individuo, dirigendo le sue azioni e dando forma alle sue motivazioni. In altre parole, tali oggetti alienano le azioni individuali e impongono agli agenti delle condotte ben definite, attraverso le quali realizzarsi nel campo sociale stesso. Per Sartre, insomma, l'esperienza etica nella sua oggettività è un'esperienza di alienazione, tale per cui si manifesta ciò che egli chiama «paradosso etico»: la realizzazione di un contenuto alienante non potrà far altro che alienare l'individuo che agisce. Per tale ragione, Sartre sostiene che la «vera etica» sia quella che permette all'uomo di riconoscere questa alienazione e, soprattutto, che gli consente di inventare, ossia di trovare nuovi mezzi e strumenti per realizzarsi, in maniera autentica e nuova rispetto a quanto proviene dal passato. La «vera etica», insomma, è quella che libera le possibilità individuali, a differenza dell'etica normativa, la quale invece le aliena. Il fine della nuova etica immaginata da Sartre è dunque quello di permettere all'uomo di realizzare praticamente la propria libertà.