La "Critica della ragione dialettica" è il monumentale progetto filosofico cui Sartre si dedicò nel periodo della maturità: una riflessione sui rapporti fra struttura e libertà, individuo e storia, determinismo e prassi che ha anticipato le rivoluzioni sociali e culturali del Sessantotto e dei decenni successivi. È il 1960 quando Jean-Paul Sartre dà alle stampe per Gallimard Critica della ragione dialettica. Ha aderito da qualche anno al marxismo e quel progetto è il suo tentativo di sviluppare una filosofia in cui esso dialoghi con le tesi esistenzialiste che aveva propugnato con successo nel dopoguerra. Per Sartre lo sbocco di questo connubio dovrebbe condurre in direzioni «altre» rispetto sia al modello dell'Unione Sovietica di Stalin sia allo sviluppo capitalistico statunitense, e portare a rapporti umani nuovi. Il risultato è un approccio interdisciplinare in cui convivono la psicoanalisi e la sociologia, l'economia e la storia, e in cui il soggetto non è più abbandonato alla solitudine dell'individualismo, ma può diventare motore attivo e consapevole del cambiamento della società. In questa riedizione, che accoglie il celebre saggio «Questioni di metodo», il capolavoro della filosofia di Jean-Paul Sartre torna a interrogarci con la sua profondità. Esercizio teorico di ambiziosa portata, questo volume è il tentativo di strutturare e normare il complesso sistema di leggi che regolano il pensiero marxista ed esistenzialista contemporaneo, nella prospettiva di tenere insieme filosofia e politica per dare vita a una radicale trasformazione dell'esistenza dei singoli e della realtà collettiva. Prefazione di Raoul Kirchmayr.