Non possiamo più limitarci ad analizzare le origini della crisi ecologica e diagnosticare i danni che noi stessi abbiamo provocato. Piuttosto che tentare di "comprendere" l'Antropocene, dobbiamo trasformare la nostra concezione dell'essere umano alla luce delle attuali sfide planetarie. Per Kristupas Sabolius, voce emergente della filosofia europea, l'individuo non è altro che un organismo immerso in un «milieu», un ambiente con cui è in continua interazione, una rete di interconnessioni che lo precede. Seguendo le orme di Cornelius Castoriadis e Gilbert Simondon, è nell'immaginazione - la «facoltà che va oltre l'individuo a favore delle relazioni» - che Sabolius individua la chiave per decostruire l'antropocentrismo e mutare radicalmente il modo in cui viviamo. Non è più sufficiente «pensare par le milieu», come suggeriva Gilles Deleuze: occorre «immaginare par le milieu», elaborare una filosofia basata sul rispetto e sulla cura del pianeta che ci ospita. È nelle potenzialità creative dell'immaginazione che risiedono le possibilità di un cambiamento pratico e teorico che permetta di emanciparsi dai modelli politici del passato, destinati al fallimento. Solo così riusciremo, forse, ad attenuare le fiamme che avvolgono la nostra casa, il nostro oikos.