«L'appello di Joachim Ritter a costruire e pensare una filosofia della vita civile - quel bios politikosaristotelico, quel bürgerliches Leben hegeliano - che concili tra di loro provenienza storica e avvenire della scienza e delle tecniche, tradizione e innovazione, coscienza individuale e politiche sociali, sembra non aver perso comunque il suo smalto. Sarà in ogni caso da coltivare una tensione produttiva che non si lasci tentare né dalla nostalgia regressiva, né dall'utopia astratta, abili entrambe a prospettare idilli per mascherare inferni, facendo invece buon uso di quelle forze di stabilizzazione tra le quali spiccano la passione civile, la sensibilità estetica, la pietas religiosa, il sapere filosofico, che sempre di nuovo arginano il disincanto e la violenza, proponendo consapevolezza e mediazioni. È in fondo questa la sfida alla quale si è costantemente confrontati e che i processi di europeizzazione, indagati da Ritter più di sessant'anni fa, evidenziano come compiti ancora consegnati alla coscienza di tutti.» (Dall'Introduzione di Gabriella Baptist)