La configurazione nel racconto di finzione costituisce il secondo volume della trilogia Tempo e racconto. In continuità con il primo volume, i capitoli che lo compongono (La metamorfosi dell'intrigo, I condizionamenti semiotici della narratività, I giochi con il tempo, L'esperienza temporale di finzione) formano le tappe di un unico itinerario: «si tratta, dilatando, approfondendo, arricchendo, spalancando la nozione di costruzione di intrigo recepita dalla tradizione aristotelica, di diversificare la nozione di temporalità propria della tradizione agostiniana, senza uscire dalla cornice rappresentata dalla nozione di configurazione narrativa». La riscoperta del raccontare ha come correlato ontologico il tempo ritrovato. Gli intrighi narrativi sono il mezzo privilegiato mediante il quale noi riconfiguriamo la nostra esperienza temporale confusa e, al limite, muta. Nel solco della famosa affermazione di Benjamin, «Non si racconta più perché non c'è più alcuna esperienza da condividere», Ricoeur esplora quell'intreccio di sorpresa e di ordine che è al fondo di ogni attività narrativa.