Negli ultimi decenni il tema della migrazione non si è soltanto imposto al centro dell'attenzione della politica, dei media e dell'opinione pubblica, ma è anche divenuto oggetto di interesse e confronto in ambito filosofico. Muovendo dall'idea che le riflessioni di Kant sul diritto cosmopolitico siano in «disarmonia produttiva» rispetto ai tre orientamenti oggi dominanti su giustizia e migrazioni (comunitarismo, cosmopolitismo egualitario e nazionalismo liberale), il libro svolge un'analisi del diritto cosmopolitico di Kant che consente di cogliere i punti di divergenza della posizione kantiana rispetto a quelle correnti. Nell'ultima parte vengono messe in risalto la rilevanza e la fecondità del pensiero kantiano, applicandone le tesi ai problemi etici e filosofico-politici legati all'immigrazione: lo statuto di rifugiato, le ragioni di respingimento, l'apolidìa, la naturalizzazione, il diritto di emigrazione, i doveri individuali di aiuto e la «disposizione cosmopolitica».