Siamo di fronte a una nuova ribellione delle masse. È motivata. Questo libro fa capire che non va stigmatizzata, ma compresa. E mostra come solo da una nuova rivoluzione democratica possa nascere una politica di emancipazione sociale e culturale, che rompa con il «trentennio inglorioso» del finanzcapitalismo. Uno Stato che governi l'economia, fondato su un'effettiva sovranità popolare, in grado di promuovere nuove politiche per i diritti sociali, è la via maestra per integrare le masse evitandone la passivizzazione. Questo progetto implica la liquidazione senza compromessi dell'assolutismo tecnocratico del mercato, ma anche delle illusioni coltivate dal liberalismo dopo il 1989. È l'ora di reagire con un disegno ambizioso, che superi subalternità e accomodamenti, grazie a una cultura politica di rottura. Questo libro vuole essere quindi una provocazione, per farla finita con i luoghi comuni del neoliberismo, dell'europeismo oligarchico e della chiacchiera conformistica del sistema mediatico.