L'antico mito di Prometeo rappresenta sin dall'antichità la geniale metafora del potere dell'uomo sulla natura. Il Titano generoso che, contravvenendo al volere di Zeus, dona agli umani l'uso del fuoco inaugura, nel nostro immaginario, la parabola del progresso. Il suo rovescio, coi conseguenti dilemmi, si scopre tra le righe di questo spietato dialogo tra l'Aquila che giunge all'alba sulla rupe e il Titano incatenato. Un contrappunto serrato, che in una sapiente tessitura di toni ora sarcastici, ora dolenti, si consuma nello spazio di un giorno e che in un ritmo che non concede tregua alla lettura dipana sotto i nostri occhi due visioni conflittuali delle cose e della storia umana, dell'amore e della morte e della guerra.