Tacciata di immoralità e debolezza teorica sin dai suoi esordi, la filosofia edonistica di Epicuro si presenta come un "sistema" scientifico forte che mira alla rimozione di numerose passioni nocive: la paura del sovrannaturale e della morte, i desideri incontrollati, le passioni conflittuali, la dipendenza irrazionale da beni fittizi. Questo libro torna sul tema già oggetto di pregevoli indagini cercando di dare due contributi personali. Sul piano filologico, esso cerca di isolare il pensiero originario di Epicuro, purtroppo sopravvissuto in stato molto frammentario, distinguendolo il più possibile dalle evoluzioni successive di Lucrezio e Filodemo. A livello teorico, e nello spirito della presente collana, tenta di ricostruire gli "esercizi" epicurei che rimuovono le sopraddette passioni nocive e generano un piacere puro. Si tratta di discipline meditative a cavallo tra studio della natura, introspezione, auto-controllo, impegno nell'amicizia. Nel ricostruire tali esercizi, si evidenzierà come essi abbiano influenzato pensatori anche molto diversi da Epicuro, come lo stoico Seneca, il neoplatonico Porfirio di Tiro, persino i Padri della Chiesa.