«Che significato diamo oggi alla parola "amico"? Che tipo di esperienza descrive il termine "amicizia"? Quali sono i tratti che consentono il suo riconoscimento? Di troppa amicizia si può morire? E morire per un amico, si può? Sono solo alcune delle domande messe a tema in questo lavoro che a mio avviso ha il grande merito di sottolineare con forza la natura di dono dell'amico, un dono imprevisto, certamente desiderato e atteso ma, proprio in quanto dono, impossibile da programmare, progettare e soprattutto produrre. Amicizia come atto di gratuità, dunque, da cui siamo investiti al di là di ogni nostra iniziativa e decisione» (dall'introduzione di Alessandro Vergni).